L’Orto Botanico di Napoli presenta, per motivi intrinseci alla sua natura, una forte presenza della componente vegetale e una moltitudine di ambienti ben caratterizzati ma di limitata estensione: questi vanno dal torrido deserto all’umido felceto passando per molteplici sfumature intermedie.
Queste caratteristiche s’inseriscono nel contesto fortemente antropizzato del comune di Napoli, trasformando l’orto in una vera è propria oasi per la fauna selvatica che resiste nella nostra città. Gli uccelli sono fra i vertebrati che maggiormente si sono adattati alla vita cittadina: passeri, colombi e gabbiani sono stabilmente presenti dei centri storici, ma queste non sono le uniche specie con cui condividiamo le nostre città.
Infatti nei parchi urbani, anche di piccole dimensioni, il numero aumenta esponenzialmente: ad esempio nei 12 ettari dell’orto sono state osservate 64 specie diverse di uccelli. Molte di queste si alternano con le stagioni, altre sono stabilmente presenti presso l’area. In inverno alla comunità residente presso l’Orto botanico si aggiungono altre specie come il codirosso spazzacamino, la ballerina gialla, il tordo bottaccio, lo storno, la passera scopaiola, il lucherino e il frosone, alcune con numerosi individui presenti per tutti i mesi invernali, altre con pochi individui si soffermano nel area per pochi giorni. Il periodo più freddo dell’anno è per molti aspetti il più critico soprattutto sotto il reperimento delle risorse alimentari e per la gestione delle energie. Infatti proprio per questo specie come storni, passeri e ballerine, in inverno, generano dei dormitori comuni (roost) in luoghi che presentano caratteristiche vantaggiose: la presenza di alberi con alte chiome, per difendersi dai predatori terrestri, e l’essere in ambiente urbano, in modo che il microclima più caldo delle città mitighi le fredde notti d’inverno. Inoltre in città mancano, o sono molto rari, i predatori notturni arboricoli o volanti, come i mustelidi o i grossi rapaci notturni. Pertanto l’Orto Botanico presenta tutte le caratteristiche per essere identificato come un potenziale sito di roost invernale per molte specie, che dall’Europa settentrionale trascorrono l’inverno nei nostri territori.
Buone norme di comportamento per rispettare e difendere l’avifauna – Come supportare il controllo dell’attività venatoria ?
La caccia nel nostro paese è consentita per legge durante i periodi di migrazione di andata e di svernamento (da settembre a febbraio). In questa fase numerose specie migrano a sud per raggiungere i territori in cui trascorrere i mesi invernali. L’attività venatoria è soggetta a numerose norme che è fondamentale conoscere per segnalare le infrazioni. Le specie di uccelli cacciabili meno di 40, con delle piccole variazioni a seconda della regione considerata. La stragrande maggioranza degli uccelli quindi sono assolutamente non cacciabili, e fra quelli facilmente riconoscibili ci sono tutti i rapaci, gli aironi e i gabbiani, ad esempio. Per cui se dovessi osservare l’abbattimento di una specie non cacciabile segnala l’accaduto immediatamente alle autorità competenti. Altra informazione utile è conoscere i giorni di silenzio venatorio in cui è assolutamente vietato sparare: questi sono il Martedì e il Venerdì. Se ascolti uno sparo in questi giorni puoi segnalarlo alle autorità. Se trovi invece un uccello selvatico ferito in Campania puoi portarlo presso il CRAS dell’Istituto di Patologia e Sanità animale dell’Università Federico II – Facoltà di Medicina Veterinaria, presso il presidio Ospedaliero Veterinario di Napoli - ASL Na1 Tel 081/2549980. Qui verrà curato gratuitamente e messo nuovamente in libertà in caso di recupero completo.
Pettirosso - Erithacus rubecula Codirosso spazzacamino - Phoenicurus ochruros
Ballerina gialla - Motacilla cinerea Storno - Sturnus vulgaris
Tordo bottaccio - Turdus philomelos Passera scopaiola - Prunella modularis
Luì piccolo - Phylloscopus collybita Poiana - Buteo buteo